Narrativa distopica: che cosa si intende
Qual è il significato di distopia? Sebbene siano numerosi i romanzi che fanno riferimento a questo genere e molti di essi siano molto famosi, non ha tutti è chiaro quali siano i confini entro i quali si muovono i libri distopici.
Eppure, se si parla di 1984 di Orwell, Cecità di José Saramago o La strada di Cormac McCarthy, molti lettori sanno esattamente quale ambientazione abbiano e cosa siano le società distopiche.
Narrativa distopica significato
Il genere distopico e la narrativa distopica fanno riferimento a un mondo ideale al contrario, che si contrappone a quello della società perfetta rappresentato dall’utopia. Utopia, ovvero il non luogo, l’isola che non c’è, è un genere che venne inventato della prima per la prima volta da Platone, il quale teorizzò la città ideale.
La città di Utopia fu immaginata anche da Tommaso Moro, e fu oggetto di molti trattati filosofici.
Questo non luogo aveva una ambientazione ideale in un mondo al positivo, ma così tanto positivo da non poter essere veramente esistente.
Nella terminologia comune la parola utopia e l’aggettivo utopico hanno preso a significare qualcosa di talmente bello da non essere realizzabile: una sorta di ottimismo condannato a rimanere solo nel pensiero.
Il genere distopico si basa su una ambientazione opposta: il prefisso dis, dal greco dus, indica un concetto di negatività. Infatti, i romanzi distopici sono quelli in cui tutta quanta la società è immersa in un clima non solo drammatico, ma senza speranza.
Le caratteristiche del genere distopico
Le distopie sono ambientate in un futuro non ben identificato e confinano con il genere fantascientifico. Il primo romanzo distopico che ha raccolto molto successo è 1984 di George Orwell, che risale alla metà del secolo scorso. Qui, si parla di una società priva di libertà nella quale il Grande fratello ha soggiogato completamente l’umanità, gestendo la comunicazione e i mezzi di informazione a proprio piacimento.
Uno degli aspetti più importanti della narrativa distopica è che spesso questi romanzi affrontano tematiche che rappresentano l’estremizzazione di problemi già esistenti nella società. Per questo a volte sembrano essere premonitori: in realtà, non c’è niente di magico né soprannaturale in tutto ciò. Semplicemente l’autore è stato in grado di cogliere aspetti già presenti e attraverso la tecnica del what if? di interrogarsi su che cosa succederebbe se questi stessi aspetti venissero portati alle estreme conseguenze.
I romanzi distopici più famosi
1984
di George Orwell
È il 1984 e a Londra, “vasta e rovinosa, una città di un milione di pattumiere”, l’ordine è mantenuto da una psicopolizia che interviene alla minima situazione di dissenso e le case sono provviste per legge di televisori-telecamere. Sono strumenti per controllare le vite dei cittadini, e di essi si serve il Partito, sistema di governo al cui vertice si trova Big Brother, misteriosa figura che nessuno ha mai visto di persona, sebbene le sue immagini campeggino su ogni muro per ricordare agli abitanti che sono osservati. In questo scenario si muove Winston Smith, oscuro funzionario di basso livello del Partito, impiegato al Ministero della Verità con il compito di riscrivere la storia per allinearla all’attuale pensiero politico. Ma la sua propensione per una condotta morale e un certo interesse per la verità lo porteranno su una strada che, se scoperta, verrebbe considerata “ribelle”. Sono questi gli ingredienti di un capolavoro in cui Orwell mette in guardia il lettore dalle derive e dalle assurdità dei totalitarismi – con il loro disprezzo per la vita umana, l’uso della violenza fine a se stessa, il culto del leader elevato a divinità. Soprattutto, nello stigmatizzare l’ansia collettiva di cancellare i legami con il passato e il processo di impoverimento che svuota il linguaggio di ogni significato, affonda il dito nelle piaghe che affliggono la nostra contemporaneità.
Fahreneit 451
di Ray Bradbury
Montag fa il pompiere in un mondo in cui ai pompieri non è richiesto di spegnere gli incendi, ma di accenderli: armati di lanciafiamme, fanno irruzione nelle case dei sovversivi che conservano libri e li bruciano. Così vuole fa legge. Montag però non è felice della sua esistenza alienata, fra giganteschi schermi televisivi, una moglie che gli è indifferente e un lavoro di routine. Finché, dall’incontro con una ragazza sconosciuta, inizia per lui la scoperta di un sentimento e di una vita diversa, un mondo di luce non ancora offuscato dalle tenebre della imperante società tecnologica.
Cecità
di José Saramago
In un tempo e un luogo non precisati, all’improvviso l’intera popolazione diventa cieca per un’inspiegabile epidemia. Chi è colpito da questo male si trova come avvolto in una nube lattiginosa e non ci vede più. Le reazioni psicologiche degli anonimi protagonisti sono devastanti, con un’esplosione di terrore e violenza, e gli effetti di questa misteriosa patologia sulla convivenza sociale risulteranno drammatici. I primi colpiti dal male vengono infatti rinchiusi in un ex manicomio per la paura del contagio e l’insensibilità altrui, e qui si manifesta tutto l’orrore di cui l’uomo sa essere capace. Nel suo racconto fantastico, Saramago disegna la grande metafora di un’umanità bestiale e feroce, incapace di vedere e distinguere le cose su una base di razionalità, artefice di abbrutimento, violenza, degradazione. Ne deriva un romanzo di valenza universale sull’indifferenza e l’egoismo, sul potere e la sopraffazione, sulla guerra di tutti contro tutti, una dura denuncia del buio della ragione, con un catartico spiraglio di luce e salvezza.
Il racconto dell’ancella
di Margaret Atwood
In un mondo devastato dalle radiazioni atomiche, gli Stati Uniti sono divenuti uno Stato totalitario, basato sul controllo del corpo femminile. Difred, la donna che appartiene a Fred, ha solo un compito nella neonata Repubblica di Galaad: garantire una discendenza alla élite dominante. Il regime monoteocratico di questa società del futuro, infatti, è fondato sullo sfruttamento delle cosiddette ancelle, le uniche donne che dopo la catastrofe sono ancora in grado di procreare. Ma anche lo Stato più repressivo non riesce a schiacciare i desideri e da questo dipenderà la possibilità e, forse, il successo di una ribellione. Mito, metafora e storia si fondono per sferrare una satira energica contro i regimi totalitari. Ma non solo: c’è anche la volontà di colpire, con tagliente ironia, il cuore di una società meschinamente puritana che, dietro il paravento di tabù istituzionali, fonda la sua legge brutale sull’intreccio tra sessualità e politica. Quello che l’ancella racconta sta in un tempo di là da venire, ma interpella fortemente il presente.
La strada
di Cormac McCarthy
Un uomo e un bambino, padre e figlio, senza nome. Spingono un carrello, pieno del poco che è rimasto, lungo una strada americana. La fine del viaggio è invisibile. Circa dieci anni prima il mondo è stato distrutto da un’apocalisse nucleare che lo ha trasformato in un luogo buio, freddo, senza vita, abitato da bande di disperati e predoni. Non c’è storia e non c’è futuro. Mentre i due cercano invano più calore spostandosi verso sud, il padre racconta la propria vita al figlio. Ricorda la moglie (che decise di suicidarsi piuttosto che cadere vittima degli orrori successivi all’olocausto nucleare) e la nascita del bambino, avvenuta proprio durante la guerra. Tutti i loro averi sono nel carrello, il cibo è poco e devono periodicamente avventurarsi tra le macerie a cercare qualcosa da mangiare. Visitano la casa d’infanzia del padre ed esplorano un supermarket abbandonato in cui il figlio beve per la prima volta un lattina di cola. Quando incrociano una carovana di predoni l’uomo è costretto a ucciderne uno che aveva attentato alla vita del bambino. Dopo molte tribolazioni arrivano al mare; ma è ormai una distesa d’acqua grigia, senza neppure l’odore salmastro, e la temperatura non è affatto più mite. Raccolgono qualche oggetto da una nave abbandonata e continuano il viaggio verso sud, verso una salvezza possibile…
Alcuni di questi libri rientrano a buon diritto tra quelli da leggere una volta nella vita.