Se scorre il sangue
Autore:
Casa editrice | Sperling & Kupfer Libreria |
Anno | 2020 |
ISBN | 882006913X |
N. pagine | 528 |
Recensione di Se scorre il sangue
Come dico sempre, recensire King è difficile. In realtà spesso è solo più facile dire così, tanto per avere una specie di garanzia nel caso la mia recensione non sia proprio apprezzata. Ma vi assicuro che non è quel che capita in questo caso. Perché questa raccolta di quattro romanzi brevi raccoglie quattro storie del tutto opposte tra loro, sintetizzando tutti gli stili e i generi in cui spazia king: dal poliziesco/thriller al fantasy al fantascientifico.
Voglio però mettere subito un punto: Se scorre il sangue non è uno dei più belli libri di Stephen King. Certo, è molto vario e pieno di colpi di scena, ma non è lo stesso King di It o Misery a scrivere. Con questo non voglio togliere meriti al Re, ma solo dire che in alcuni passaggi è un po’ banale e scontata la storia.
Ammetto che per capire il vero potenziale di questo libro ci ho messo un po’. Come Holly Gibney e Bill Hodges sanno suddividere subito le facce della gente in “facce da maiale” o “facce da volpe”, io capisco immediatamente se un libro mi prende o no. Tuttavia, come ben saprete, fan del Re, per Holly e Bill esistono anche le “facce da cavallo”, molto più rare ma non impossibili da incontrare. Stessa cosa per me con i libri: ce ne sono alcuni che rimangono in una situazione di stallo. E questo ne è un esempio. Forse perché è una raccolta di racconti, e quindi ognuno di essi si presenta in modo diverso.
Comprai Se scorre il sangue un anno fa, a pochi mesi dalla pubblicazione. Iniziai subito a leggerlo, ma non ci riposi tanta fiducia. Letto il primo racconto e parte del secondo, mi stufai e lo lasciai nello scaffale. L’ho ripreso in mano un paio di settimane fa e la settimana scorsa lo avevo già finito.
Il primo racconto, Il telefono del signor Harrigan, è abbastanza controverso. Abbina la costante presenza della tecnologia a un tema generale ben più classico: il contatto con “il regno dei morti”. Ho apprezzato molto il fatto che la trama si dipani per un tempo abbastanza prolungato, e questo permette di non risultare mai noioso o ripetitivo. Unica pecca è la leggera scontatezza poiché il tema generale è stato spesso trattato, anche se in modi molto distanti tra loro.
Il secondo racconto, La vita di Chuck, è sinceramente quello che mi è piaciuto meno. Forse perché l’ho trovato poco coerente tra le sue parti, in cui inizialmente si affronta un tema in stile catastrofico, mentre poi si passa a un ritmo più lento e a un tema assolutamente differente. Probabilmente King ha scelto lo sfondo apocalittico per far risaltare la figura del bancario in punto di morte. Forse l’aspetto che mi è piaciuto meno è il fatto di non aver trovato conclusione alla prima parte del racconto, dato che la seconda e la terza sono un lungo flashback. L’unico aspetto positivo è il fatto che proprio per il tipo di narrazione scelto, tutti gli interrogativi che si pone il lettore non vengono soddisfatti prima della fine, e questo aumenta il phatos.
Il terzo racconto, quello che dà anche il nome alla raccolta, Se scorre il sangue, mi è piaciuto davvero molto. Qui si riconosce la vena investigativa di King, poiché, più che un horror, è un perfetto racconto in stile giallo/poliziesco. Ritroviamo Holly Gibney con il ruolo di protagonista. Sono tanti i motivi per cui mi è piaciuto, primo tra tutti il tema, molto avvincente, e poi per il fatto che i punti fondamentali del racconto si svolgono tutti nell’arco di meno di un mese, pertanto i punti salienti vengono descritti in modo molto dettagliato. Altro aspetto assolutamente a favore il fatto che ci sia una focalizzazione perlopiù concentrata sulla protagonista, il che conferisce ancora più phatos alla narrazione. Unica cosa da far notare, il fatto che, nonostante sia un raccontro indipendente, vi sono molti richiami al romanzo The Outsider, perciò vi invito a leggerlo dopo quest’ultimo, cosicché possiate, a differenza mia, che non ho ancora letto The Outsider, evitare spoiler e comprendere meglio anche i richiami.
L’ultimo racconto, Ratto, è da apprezzare nello stile ma la storia, seppur dai risvolti inaspettati e anche molto particolare, non è propriamente horror. In realtà si aspetta quasi per tutto il racconto il colpo di scena che metta sul palco anche la parte horror, ma questa non arriva mai, se non per un paio di scene. Per il resto è molto bello, l’attesa generata è molta e nell’aria c’è un qualcosa che rimanda a Shining, la capanna nei boschi è il fatto di essere bloccato nella neve, con ovvie intermedie complicazioni.
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Descrizione di Se scorre il sangue
Ci sono diversi modi di dire, quando si parla di notizie, e sono tutti leggendari: «Sbatti il mostro in prima pagina», «Fa più notizia Uomo morde cane che Cane morde uomo» e naturalmente «Se scorre il sangue, si vende». Nel racconto di King che dà il titolo a questa raccolta, è una bomba alla Albert Macready Middle School a garantire i titoli cubitali delle prime pagine e le cruente immagini di apertura dei telegiornali. Tra i milioni di spettatori inorriditi davanti allo schermo, però, ce n’è una che coglie una nota stonata. Holly Gibney, l’investigatrice che ha già avuto esperienze ai confini della realtà con Mr Mercedes e con l’Outsider, osserva la scena del crimine e si rende conto che qualcosa non va, che il primo inviato sul luogo della strage ha qualcosa di sbagliato. Inizia così “Se scorre il sangue”, sequel indipendente di “The Outsider”, protagonista la formidabile Holly nel suo primo caso da solista. Ma il lungo racconto dedicato alla detective preferita di King (come scrive lui stesso nella sua nota finale) è solo uno dei quattro che compongono la raccolta. Da “Il telefono del signor Harrigan”, dove vita e tecnologia si intrecciano in modo inusuale, a “La vita di Chuck”, ispirato a un cartellone pubblicitario, fino a “Ratto” – che gioca con la natura stessa del talento di uno scrittore – le storie di questa raccolta sono fuori dagli schemi, a volte sentimentali, forse anche fuori dal tempo. In una parola, kinghiane.