Intervista ad Alfredo Paluselli
Lei e la montagna è il primo romanzo di Alfredo Paluselli.
Abbiamo incontrato l’autore per fargli alcune domande a proposito di questo libro, intenso ma allo stesso tempo dolce e delicato.
“Lei e la montagna” è il tuo primo romanzo: cosa ti ha spinto a scriverlo?
Mi affascinano i contrasti. Mentre le vicende che racconto in Lei e la montagna accadevano intorno a me, mi accorgevo sempre più di quanto fossero ricche di contrasti. Una donna di pianura innamorata della montagna, un desiderio di libertà condizionato dal lockdown, una rinascita esistenziale improvvisamente dominata da una grave malattia. Erano tutti contrasti che volevo raccontare senza pudori. E quando una storia ti appassiona nel profondo, è più facile raccontarla in maniera coinvolgente.
Cos’hanno in comune gli esseri umani e le montagne?
La nostra essenza è assolutamente naturale, ma spesso ce ne dimentichiamo. Crediamo di poter dominare ogni aspetto delle nostre vite e nel tempo ci siamo creati un finto mondo di plastica solo per assecondare le nostre necessità. Ma dentro rimaniamo animali. E a ricordarcelo non ci resta che la natura. La montagna è sincera: non adopera finti sorrisi per compiacere nessuno ed è sempre pronta a rifiutare chi non ritiene degno. Lei è una sorella maggiore che ci guarda negli occhi e ci consente di dialogare con il nostro istinto primordiale. Un dialogo intenso, ma spesso difficile. Per questo molti amano la montagna e altri invece non sono in grado di sostenere la conversazione con lei.
Dal tuo romanzo emerge un profondo legame con la tua terra e una grande passione per i viaggi. Le Dolomiti non sono solo una cornice, per quanto splendida, al tuo romanzo.
Probabilmente non sarei stato in grado di scrivere delle mie valli senza il confronto continuo con altre montagne nel mondo. Un viaggio trova il suo valore anche attraverso l’accrescimento interiore che può regalare. Proprio il valore del ritorno sarà uno dei concetti cardine del mio prossimo romanzo. In molte pagine di “Lei e la montagna”, la natura è la vera protagonista del libro. L’ambiente alpino condiziona inevitabilmente ogni aspetto della vita delle sue genti. Penso che nel libro questa realtà affiori continuamente, ed essendo una storia vera di montagna non poteva essere che così.
Lei e la montagna è una storia vera: quanto è difficile raccontare le storie che ci appartengono o che conosciamo? Come si trova la forza per condividerle?
Forse pecco di protagonismo, ma a livello personale non ho trovato difficile raccontare questa storia così intima e reale. A guidarmi probabilmente è stato l’amore per Melania e la voglia di far sapere a tutti le sue difficili battaglie. Lei è schiva e modesta per natura, ma io volevo invece raccontare le sue esperienze a tutti. Per fortuna, quando Melania ha saputo che stavo lavorando a un romanzo su di lei, ne è rimasta piacevolmente sorpresa. In ogni caso credo che per raccontarsi in modo non noioso e banale ci voglia sempre una spruzzata di ironia. Nel libro spesso si ride, o almeno si sorride. E questo è fondamentale.
Prima di Lei e la montagna avevi scritto e pubblicato altri libri, com’è stato il passaggio verso la forma del romanzo?
Nelle pubblicazioni precedenti ho sempre unito la forza delle parole alla bellezza delle immagini: dove non arrivava la scrittura arrivavano le fotografie e viceversa. In un romanzo, la forza comunicativa viene invece affidata esclusivamente alle parole. Ciò implica un lavoro molto più semplice dal punto di vista della grafica e della raccolta documentale; ma molto più complicato dal punto di vista del coinvolgimento e dell’immediatezza. Nel complesso è stato un viaggio bellissimo da cui ho imparato molto. Anche il mio prossimo libro sarà un romanzo.
“Ti amo, solitudine. Anche se non ti sono fedele” è una frase che mi ha molto colpito: cosa ci spinge verso gli altri? Verso il mondo?
Quando siamo soli abbiamo la possibilità di conoscerci. Chi non ha mai viaggiato in solitudine, in un certo senso non ha mai viaggiato veramente. E chi evita a tutti i costi di stare solo, non ha un buon amico dentro di sé. Ma la solitudine regala i suoi effetti magici solo se alternata alla socialità. Siamo spinti verso gli altri dalla necessità di superare i nostri limiti. E spesso troviamo negli altri un aiuto per riuscirci. In altri momenti, siamo invece spinti verso la solitudine perché essa ci dà la possibilità di scoprire le nostre barriere e le nostre reali necessità. Anche in questo caso è l’alternanza delle situazioni ad offrire i vantaggi maggiori. Ancora una volta è una questione di contrasti.
Chi è Alfredo Paluselli
Alfredo Paluselli nasce in Trentino nel 1976. Appassionato di viaggi e di montagna, con Edizioni Dolomiti ha pubblicato Vento da Nord (2013), Riflessi nelle Dolomiti (2015) e Il Diavolo Generoso (2018), che hanno tutti ricevuto il patrocinio della Fondazione Dolomiti UNESCO. Nel suo blog cuorecielo.com condivide esperienze nel mondo. Lei e la montagna è il suo primo romanzo.